Flight (2012): recensione

Recensione molto poco seria del film Flight di Robert Zemeckis.

Capitan Harlock 3D: recensione

Recensione del film in CG 3D dedicato al Capitano creato da Leiji Matsumoto.

Capitan Harlock 3D: recensione

Recensione del film in CG 3D dedicato al Capitano creato da Leiji Matsumoto.

Capitan Harlock 3D: recensione

Recensione del film in CG 3D dedicato al Capitano creato da Leiji Matsumoto.

Capitan Harlock 3D: recensione

Recensione del film in CG 3D dedicato al Capitano creato da Leiji Matsumoto.

martedì 7 gennaio 2014

Recensione: Flight, 2012, di Robert Zemeckis


Flight è un film che vanta un primato invidiabile: è costituito da due pellicole, una fra le più belle degli ultimi tempi e l’altra fra le peggiori di sempre. Peccato che il secondo “film” duri quasi per l'intera pellicola.

In piiiicchiattaaaaaa!!!!
Flight è un film del 2012 diretto da Robert Zemeckis, autore di Chi ha incastrato Roger Rabbit, Ritorno al Futuro, Contact e Forrest Gump, uno fra i registi più importanti degli ultimi decenni. Chiamato a dirigere Flight, tormentato film su incidenti e piloti d’aereo, alcolismo, religiosità e senso di colpa, si è lanciato nella scrittura di una sceneggiatura strabiliante in poche ore. Una volta terminata, Zemeckis ha scelto il brillante Denzel Washington nel ruolo del protagonista Whip Whitaker. Dopo una rapida lettura, il bravo caratterista ha sollevato un dubbio: “A Dottò, mi pare una bomba…ma non è leggermente cortarello?” Zemeckis era irremovibile: “Il film non si tocca, altrimenti lo fate dirigere da Oldoini o Neri Parenti”. Davanti a una minaccia così allucinante, la scelta fu obbligata. Una volta presentato alla produzione, il film apparì subito strabiliante, lasciando gli astanti in lacrime dall’emozione: la cronaca in tempo reale di un’incidente aereo, girata in maniera incredibile, una delle sequenze più incredibili degli ultimi anni. Dopo una quindicina di minuti, il film termina fra gli applausi, con grande soddisfazione del regista.

Filmone eh?
Scusi Dottò, eh, ma non è che sarebbe un po’ cortino?”, obietta un produttore. Il film è questo, arrangiatevi e arrivederci”. Restava un problema drammatico: riempire “soli” 124 minuti di pellicola. Panico totale. Cosa fare? Cosa scrivere? Cosa riprendere? Ad un certo punto, uno dei produttori si alza per esporre un’IDEONA: “affidiamo TUTTO a Denzel Washington, magari INGARRA qualcosa e salviamo capra e cavoli”. Il brillante caratterista accetta l’offerta, dispensando la prima idea geniale: “facciamo che il pilota è un alcolizzato, drogato e cannaiolo, che funziona”. “Ma Denzel, un pilota d’aereo ubriaco? Non ci crederà nessuno!” Il prode Denzel era irremovibile, “perché tanto poi diciamo che è un film tipo Sundance e a quelli basta vedere drogati, ubriaconi e zozzerie per dirti che è bello. Poi inventiamo tutta una storia piena di schifezze e facciamo il BOTTO, fidatevi!” Sorvolando sul dubbio gusto della battuta, Denzel si lanciò nello sviluppo del proprio personaggio, Whip. “L’ubriaco ha la bocca secca, quindi…uhm…vediamo….Trovato! Facciamo che il personaggio ha sempre la bocca secca”. L’espressione di Denzel che muove la lingua in modo da simulare la secchezza delle fauci (saggiamente riportata anche sulla locandina) è l’UNICA assunta dal prode attore per l’intera durata del film, anche nei casi in cui non avrebbe alcun senso (ovvero sempre). 

Quante storie per una strisciatina sulla fiancata...
Alla fine del film, in assoluto la peggiore interpretazione della carriera dell’attore, ricorderete soprattutto questa risibile e grottesca smorfia. Restava da inventare qualcosa per la trama: “Facciamo che il pilota viene accusato di essere un ubriacone, prendiamo John Goodman (che è amico mio e facciamo a metà per scaricare l’IVA) e diciamo che l’amico panzone porta a Whip le bottiglie anche in ospedale”. “Ma Denzel, questo pilota ha salvato una situazione disperata! Non possiamo dire che era alcolizzato! Ti pare che all’ospedale non controllino il panzone che si presenta con una borsa piena di bottiglie?” “E VABBUÒ, che ce ne frega, tanto la gente SI BEVE tutto”. Sorvolando ancora una volta sulla battuta, Denzel riesce incredibilmente a convincere i produttori. Avete capito bene, il film è costituito soprattutto da una stucchevole sequenza di scene in cui Denzel Washington si dedica all’assunzione di ogni tipo di liquidi: whiskey, grappa, rosolio, WC-NET, spumante e persino vino rosso con l’idrolitina. Dopo quasi un’ora di film, il produttore sbotta: “Denzel, ma è una palla pazzesca! La gente si addormenterà e ci tirerà dietro le BOTTIGLIE!” Davanti a questo dramma, il prode attore tira fuori un’altra idea geniale: “Mettiamo dentro una drogata, andiamo a pigliarla a caso in tangenziale, così la gente vede un’altra persona su schermo e si distrae”.

Ma davvero sta pilotando quell'idiota?
Detto-fatto: caricano una drogata a caso e le spiegano la parte (“paga l’affitto, no, ti meno, aiuto, mi drogo, vado in ospedale, ciao sono Denzel, io mi drogo, io bevo, vieni al mio cottage, io voglio smettere, io no, basta me ne vado, bastardo”). Dopo 20 minuti di film, il personaggio sparisce per non riapparire più: la drogata viene scaricata vicino al distributore della Q8 con due euro in mano. “Tanto poi la gente SI SCORDA, tipo in Beautiful, in cui i personaggi muoiono alti e magri e risorgono bassi, grassi e con l’orecchino”, sentenzia Denzel. Restavano altri 40 minuti da riempire. Risolve Denzel, come sempre: “Vediamo…Trovato! Inseriamo un dramma giudiziario alla John Grisham, inventiamo un processo al pilota e prendiamo un avvocato a caso tipo quello del film Philadelphia!” Disperati, i produttori accettano e Denzel si lancia in un fervore creativo totale: “L’avvocato deve  ripetere sempre ‘nega, nega, nega’…verrà fuori una bomba!” “Ma Denzel, sono quattro film diversi montati a caso, qui altro che Oscar, ti becchi come minimo OSCARRAFONE!”. Incredibilmente, anche questa “genialata” viene accettata. Denzel incontra l’avvocato, lo picchia, poi si scusa e il legale accetta di difenderlo spiegando un concetto semplice ripetendo per ore la frase “devi negare, nega, devi negare tutto, nega, nega”. Alla domanda del giudice “Lei è Whip Whitaker?”, Whip/Denzel risponde terrorizzato: “No, nego, nego tutto, ero dal barbiere”. Altro problema: disintossicare Whip/Denzel per sostenere l’udienza finale. La sera prima del processo, Whip viene portato in albergo in modo da isolarlo dalla bottiglia. 

Buongiorno, sono Denzel e la chiamo
dal call center di Infostrada....
Colpo di scena: John Goodman e l’avvocato dimenticano aperta la porta della camera d’albergo di Denzel che, GUARDA CASO, è comunicante con una suite per ricchi zozzoni che (OOPS!) contiene un minibar pieno di bottiglie di superalcolici, compresa una Sambuca Molinari avariata del 1930. Denzel non si fa pregare e ingolla l’impossibile per tutta la notte, compresa l’acqua delle piante da interni scambiata per Magnesia Bisurata Aromatic. Il mattino dopo, il poveraccio si presenta in condizioni pietose, ormai ridotto a budino umano. L’avvocato e John Goodman provano a disintossicarlo facendogli bere qualsiasi intruglio, dall’Ovomaltina corretta con il Pongo allo yogurt Activia al gusto di bietola. In aula, Whip/Denzel si presenta in uno stato pietoso, ma riesce sorprendentemente a negare l’impossibile con lucidità per decine di volte, portando il processo sul giusto binario. A questo punto, il pubblico ministero sorprende tutti con una mossa geniale: mostra a Denzel la foto di un’hostess con cui faceva la chupa-dance la sera prima del volo e rimasta vittima dell’impatto. Dopo ore di negazioni, Whip/Denzel afferma: “Ah sì, avete RAGIONE Avvocà, mi ero confuso, durante il volo ero ubriaco, drogato, fatto, mi sono pippato l’impossibile, ho visto due cinepanettoni e avevo pure il brevetto di volo autenticamente falsificato a Napoli”. 

Davvero ti è piaciuto?
Fine del film, Denzel condannato, titoli di coda, tutti (s)contenti, soprattutto gli spettatori. Consiglio: noleggiate il film, guardate la prima parte e poi restituite il disco, magari vi fanno anche lo sconto.

sabato 4 gennaio 2014

Capitan Harlock 3D: recensione



Un film di Capitan Harlock! Wow! In computer grafica! Ah, wow. Hanno stravolto tutti i personaggi e il design dell’Arcadia. Hmm…wow. Ehm…cosa danno su SKY stasera? La replica di MasterChef? Via…almeno facciamo due risate.

Il fantoccio a sinistra è Meeme, alias il robot di Io e Caterina di Alberto Sordi
Il fantoccio a sinistra è Meeme, alias il robot
del film Io e Caterina con Alberto Sordi

IL FILM. Capitan Harlock 3D è un lungometraggio in CGI 3D che rivisita le avventure del celebre pirata spaziale ideato da Leiji Matsumoto nel 1976. Il film offre una versione del personaggio adattata, nelle intenzioni dei produttori, al gusto moderno degli adolescenti attraverso uno stile ispirato ai videogame. LA TECNICA. Il film è una produzione eccellente, che vanta una tecnica ai livelli massimi del genere. LO STILE. Il film ricorda i filmati introduttivi in CGI dei videogiochi moderni, con personaggi dalle fattezze occidentali e simili a quelli dei videogame più famosi. Avete capito bene, quei filmati che, dopo un paio di minuti, vengono barbaramente skippati per iniziare il gioco. 
Il Capitano sembra un rocker sfatto
e ha il carisma di un calzino dell'originale

LA TRAMA. Prendete la storia più insulsa al mondo, allungatela all’inverosimile e otterrete la trama di Capitan Harlock 3D. Il Capitano che abbiamo tutti amato diventa un pasticcione che ha ERRONEAMENTE distrutto la Terra durante un combattimento (oops). Per rimediare, il pirata deve collocare una serie di bombe temporali e riportare l’Universo al momento del Big Bang (!). In confronto, una puntata di Mezzanotte e dintorni di Marzullo diventa un’entusiasmante epopea galattica. Fallisce miseramente anche il tentativo di infondere nel film l’inimitabile poesia dell’originale, in questo caso legata al ruolo della natura nella rinascita di una Terra distrutta (da Harlock, pensate). La pellicola nasce da un equivoco di base: rendere la poesia di Capitan Harlock gradevole ai “bimbiminkia” di oggi, con il cervello spappolato dal Grande Fratello e abituati ai videogiochi attuali. Anche se i primi 15 minuti del film (guarda caso quelli mostrati in anteprima) risultano gradevoli, la tensione e l’interesse scemano dopo poco tempo, restituendo una sensazione di apatia che sfocia in irritazione.
La nuova Arcadia, ovvero il "dildo di Alien".
 Che senso ha adattare ai gusti dei “jovini” una saga mitica per l'attuale generazione di quarantenni? Inoltre, molte scene del film appaiono a dir poco risibili e forzate. Alcuni esempi. L’Arcadia, la nave di Harlock, è indistruttibile: viene colpita dal fuoco concentrato di un’intera flotta spaziale senza riportare neppure un graffio. I colpi dei nemici sono di colore blu, mentre quelli dell’Arcadia sono gialli, proprio come avviene nei videogiochi "danmaku" giapponesi alla  Ikaruga, forse nella speranza di restituire ai giovani un’atmosfera da shoot’em up. Per distruggere la nave di Harlock, i nemici arrivano a lanciare nientemeno un raggio cosmico proveniente da Giove (!), senza neppure riuscire a scalfirla. Vi lascio immaginare quanto siano appassionanti i combattimenti del film: quasi come giocare a Green Beret con il trainer. All’inizio del film, i nuovi membri dell’equipaggio vengono scelti attraverso una singolare procedura: pronunciare una sola parola, come nei telequiz, ma senza alcuna domanda. In caso di errore, il malcapitato viene scaraventato giù dall'Arcadia verso morte certa. Adesso si inizia a capire la questione della distruzione della Terra da parte del capitano pasticcione. 
Sulla prua dell'Arcadia è intarsiata
la testa di Eddie degli Iron Maiden.
Durante gli arrembaggi, l’equipaggio dell’Arcadia indossa armature copiate da quelle dei gladiatori romani e il film diventa di colpo una sorta di Gears of War precalcolato. Marcus Fenix e il Martello dell'Alba. Al termine del film, Capitan Harlock si lancia in un combattimento assumendo le movenze di Dante, il protagonista di Devil May Cry: colpo di spa(r)da, lancio del nemico in aria e fuoco di pistola a raffica sul poveraccio in sospensione. Yama, l’alter ego distorto del coraggioso Tadashi Daiba, intende vendicarsi di Harlock uccidendolo con una pistola laser. Il Capitano si accorge del tentativo, bofonchia quattro parole a caso sull'Universo e il prode giovane diventa suo alleato. Non solo, al termine del film il giovane diventa nientemeno che il nuovo Capitan Harlock (!). Tutto questo in 10 secondi netti: “bastardo muori.. ah l’Universo e Gaia.. Dici? VABBUÒ, divento Harlock 2”. Ezra, il nemico di turno, è paralizzato a causa di un incidente. Ma come? Siamo nel 2977, si viaggia nello spazio-tempo come sulla Metro A direzione Anagnina, è possibile riportare l’Universo al Big Bang con quattro bombe-carta, i pianeti vengono distrutti come zanzare e non è possibile curare una paralisi? Ma va a ciapà i ratt. 

La Yuki del 2013 è affascinante come un calcio nei testicoli.
I PERSONAGGI. Veniamo alle note dolenti. Capitan Harlock: tanto valeva chiamarlo Capitan Zuccalà o Appuntato Esposito Antonio. Il personaggio è costituito dal modello 3D di un tipico gioco Capcom recente, con la skin e il vestito di Harlock. Il pirata sta quasi sempre zitto, non combina nulla per l’intero film (guai esclusi), bofonchia parole a caso, ha il carisma di un calzino del vero Harlock e sarebbe stato possibile eliminarlo dal film senza alcun problema. Inoltre, ha l'atteggiamento di rockstar mezza drogata e sfatta del tipo Stacee Jaxx, il protagonista di Rock of Ages tristemente interpretato da Tom Cruise. L’interpretazione dell’Harlock digitale ricorda quella di un Gabriel Garko alle prese con il Riccardo III di Shakespeare. Vi lascio immaginare. Ezra: nerd occhialuto, un incrocio fra Al Bano giovane e Hideo Kojima, il creatore di Metal Gear Solid. Personaggio anonimo e di spessore paragonabile a un foglio di carta stagnola. La caratteristica migliore del personaggio? La sedia antigravitazionale. Yuki: ricordate la dolce ragazzina dall’uniforme rossa con una cotta per il Capitano? Bene, dimenticatela: Yuki del 2013 è una virago imbottita di testosterone, una “rambamasciabarale” di un'aggressività inguardabile, un Sergente Calhoun di Ralph Spaccatutto violento e con il fascino di un colpo di mattarello nei testicoli. Indossa una bella uniforme su cui è adagiato un ciondolo con il teschio di Harlock in un certo posto, proprio dove giaceva una celebre farfallina tatuata. Coincidenze? Non credo (cit). 

È questo il Capitan Harlock che tutti vogliamo ricordare.
Yattaran: ricordate il tenero nostromo, doppiato da Leo Gullotta, che giocava con i modellini durante gli attacchi nemici? Dimenticate anche lui: Yattaran del 2013 è una specie di Rambo obeso e zeppo di testosterone, pronto a massacrare il prossimo a colpi di machete o cannone gatling, dispensando urli disumani e dotato di un'armatura che lo rende simile a Hakka di Starzinger. Tadashi: inspiegabilmente riciclato come Yama, è lontanissimo dal timido ragazzino salvato da Harlock, che ne diventa il padre putativo. Yama è un traditore pronto a uccidere il pirata per poi ravvedersi e prenderne i panni (!). Spara, picchia, mena e ammazza senza remore. Tori-san: simpatico volatile sghembo nell’anime, qui orrido avvoltoio simile a un tacchino di Natale bruciacchiato da Joe Bastianich. Meeme: dolce e sensibile aliena nell’anime, qui anonima madonnina di plastica dell’Autogrill che ricorda il robot di Io e Caterina, il film con Alberto Sordi. Inespressiva, fascinosa quanto un lumino dell’Ikea e tristemente degradata a motorista dell'Arcadia. Ridicola anche nell’uniforme, una tuta spaziale su cui è stato disegnato un perizoma con doppio elastico inguinale, tanto per non perdere il legame con i rotocalchi TV. Masu, Dottor Zero, Mayu, Maji, Mazoniane, Raflesia: i personaggi migliori poiché inspiegabilmente eliminati  dal film e sostituiti con rambeschi fantocci riciclati da Dead Rising, messi lì per fare un po’ di ammuina nelle risse. 

Arte, poesia, magia contro ormoni e “bimbiminkia”.
La piccola Mayu ormai produrrà ocarine in una fabbrica clandestina del Pakistan, Raflesia viene venduta come tizzone in bundle con le stufe a legna dell’Emmelunga, mentre la vecchia cuoca brontolona Masu sarà stata punita per aver sostituito il sale con il testosterone.  L’ARCADIA. Il disastro peggiore. Hanno trasformato una delle astronavi più belle della storia della fantascienza nel “dildo di Alien”, un oscuro oggetto di bronzo, arrugginito, di forma fallica, con stabilizzatori simili alle grinfie dell’alieno di Giger, azionato da cinghie, pulegge e tiranti (!) e con il volto di Eddie, la mascotte del gruppo musicale Iron Maiden, stampato sulla polena. L’interno della nave ricorda la sala macchine a carbone del Titanic, l’antitesi dei meravigliosi corridoi dell’originale. L’unica idea interessante è la coltre di fumo spaziale utilizzata dall'Arcadia per irrompere nel teatro di battaglia, effetto molto riuscito. Deludente anche la metodologia di attacco: oltre ai cannoni colorati da shoot’em’up nipponico, la nave si lancia in improbabili speronamenti e strisciate delle fiancate delle astronavi nemiche. Nessuna notizia neppure dell’evocativa “lama frontale” con cui l’Arcadia originale infliggeva il colpo di grazia al nemico. 

È difficile rovinare una delle astronavi
più belle di sempre, ma i designer TOEI sono riusciti nell'impresa.
CONCLUSIONE. Il film è una cocente delusione per tutti gli appassionati della saga matsumotiana e degli anime in generale. La realizzazione tecnica è superba, ma la pellicola è priva di qualsiasi fascino, mordente, emozione e riferimento culturale, apparendo una pallida imitazione dell’originale. È fastidiosa anche la caratterizzazione occidentale dei personaggi, verosimilmente dovuta a motivi di marketing. I vecchietti seduti accanto a me si sono addormentati dopo 10 minuti, i bambinetti hanno smanettato per l’intera durata del film con i loro smartphone da bimbiminkia, mentre noi ex-giovani ci rodevamo il fegato.
Ezra, il cattivo, è un mix fra Hideo Kojima e Al Bano.
Alla fine del film, due poveretti hanno provato a lanciarsi in un timido applauso, tristemente fiaccati dalla delusione generale (“MA CHE *!?#! APPLAUDITE? STATEV’ZITT”). L’anime giapponese più culturale, profondo e maturo dell’epoca d’oro è stato ridotto a un mero filmato da videogioco, che stavolta è proprio il caso di skippare, ma per sempre. 


Capitan Harlock 3D, 2013
Regia Shinji Aramaki Storia: Harutoshi Fukui
Musica: Seiji Yokoyama Produzione: TOEI Animation